terremoto napoli 1980

Erano le ore 19:34. Il terremoto colse tutti di sorpresa. La gente aspettava di prendere il bus allo stazionamento mentre alcuni bambini si trovavano alla storica giostra in piazza. All’improvviso un boato, i fili elettrici dei Filobus si spezzarono e caddero al suolo sfiammando scintille sull’asfalto, il cornicione del palazzo denominato della Madonna di Pompei crollò sulle auto in sosta e sulla gente, dopodiché tutti si riversarono in strada alla ricerca di riparo, la confusione regnava, paura e incredulità, come se non fosse realmente accaduto, come se fosse un sogno…

In piazza G. B. Vico, come molti presenti all’epoca ricorderanno con rammarico, ci furono alcune vittime, 7 o forse più, difficile ripercorrere oggi quei momenti vista la totale assenza di notizie ufficiali riguardo questo episodio. Gli aneddoti raccontati sono tramandati in maniera confusionaria dagli abitanti della zona: Un ragazzino si trovava nella porteria del palazzo sopra citato, per la paura scappò fuori e si ritrovò sotto le macerie schiacciato, e come alcuni raccontano proprio sotto gli occhi del padre. Delle persone vennero estratte senza vita dai vigili del fuoco dalle carcasse delle auto, che furono ridotte in sottili lamiere e lasciate per mesi sulla strada, come per monito, una sorta di triste monumento alla catastrofe. Pompieri e civili insieme cercavano i superstiti, alcuni dei quali erano propri familiari.

Altri morti ci furono con le altre scosse di assestamento, forse 9 come si tramanda in maniera ufficiosa: nel “Surraglio”, l’albergo dei poveri, il lato di via Bernardo Tanucci, persero la vita alcune persone che lì vivevano. Nella città di Napoli si contarono più danni al patrimonio che morti. San Giovanniello perse per sempre il suo storico assetto urbano (vedi vico Fornelle e palazzo senza porte). Molti ricorderanno il palazzo di via Stadera, l’unico in città che crollò del tutto mietendo 54 vittime, ma nessuno ha mai dedicato l’attenzione a far luce sulle effettive morti avvenute in piazza G. B Vico, tragedia nella tragedia passata quasi inosservata.

Oggi 23 Novembre 2020, a distanza di 40 anni dal terremoto dell’Irpinia che colpì una buona parte del mezzogiorno d’Italia, sarebbe giusto per amor di cronaca e di memoria sapere i nomi, o almeno il numero certo delle vittime. Si cercano ancora notizie certe, articoli di giornale dell’epoca, oppure il ricordo visivo di qualcuno che essendo stato lì presente si senta di condividere questo triste ricordo.

Il tempo passa e la memoria si va perdendo sempre di più. Oggi sono in pochissimi a ricordare questo triste avvenimento nel nostro quartiere. Facciamo memoria in onore di chi perse la vita quel giorno.

C.Lucci